Un'azienda familiare nel cuore della Sardegna, in Barbagia, che ha alle spalle una storia più che trentennale. Un vino, quello appunto prodotto dalla cantina di Giuseppe Sedilesu, fino all'inizio del nuovo millennio venduto sfuso nei paesi limitrofi, mentre a partire dal 2000 l’avvio di una nuova fase, quella dell'imbottigliamento, alla quale con il passare del tempo sono seguiti l'aumento della superficie vitata - attualmente corrispondente a circa 15 ettari - e la costruzione di una nuova cantina. 

Queste le tappe principali di quella che, nell’agro di Mamoiada, è un’impresa vitivinicola che affonda le proprie radici nelle ritualità quasi sacre appartenenti alle popolazioni locali. A 650 metri sul livello del mare i vigneti di cannonau allevati ad alberello, a quali si aggiungono pochi filari di uve a bacca bianca localmente chiamata “granazza”, raggiungono un’età media altissima, con un terzo delle viti che si attesta sui cinquanta anni, ma con piante che toccano anche il secolo d’età. Nel pieno rispetto della biodiversità, dell’equilibrio ambientale e dell’ecosistema, si arrivano a vendemmiare uve schiette, ricche e concentrate in tutte le loro componenti. Grappoli che in cantina sono trasformati perseguendo una precisa filosofia produttiva: rispetto delle tipicità del varietale e delle peculiarità territorio, rigore e attenzioni scrupolose rivolte a ogni passaggio lavorativo.